SAINT LOUIS
Saint-Louis, o Ndar come è chiamata in Wolof, è il capoluogo della regione omonima della Repubblica del Senegal. È situata nel nord del paese alla foce del fiume Senegal, a circa 250 km dalla capitale Dakar.
Il luogo della città fu scoperto nel 1659 da colonizzatori arrivati dalla Francia che gli diedero il nome di Saint-Louis-du-Fort. Diventò ben presto un centro per la tratta degli schiavi. Divenne capitale del Senegal nel 1840 e nel 1895 venne elevata a capitale dell'intera Africa Occidentale Francese. Il declino di Saint-Louis cominciò quando perse lo status di capitale prima dell'Africa Orientale Francese (1902) e poi del Senegal stesso. Gli investimenti e l'interesse coloniale diminuirono drasticamente, creando una situazione di degrado perdurata anche dopo l'indipendenza del Senegal. La caratteristica architettura coloniale con il suo impianto regolare, la posizione della città su un'isola alla foce del Senegal e il sistema di banchine, nonché il particolare contesto naturale ha dato a Saint-Louis un'apparenza singolare che ha convinto il World Heritage Commitee ad erigerla a Patrimonio dell'Umanità nel 2000. Tuttavia, la mano dell'uomo, in nome del "progresso" e della "civilizzazione", non ha risparmiato questa splendida terra: basta vedere la quantità di plastica ed immondizia presenti presso la foce del fiume.
A me piace chiamarla “la città dei pescatori artisti”, poiché la principale fonte economica sta proprio nella pesca, che viene praticata grazie a delle splendide piroghe costruite e dipinte a mano. Guardando le strade colorate di Saint Louis, il sorriso e la tranquillità delle persone che la compongono, sembra che l’orrore della schiavitù e delle famiglie spezzate dall'ipocrisia non ci sia mai stato. Ma è negli occhi dei suoi abitanti che si può scorgere la forza e la tristezza di un passato non vissuto direttamente, ma che si ripercuote in quelle strade e in quel fiume che scorreva, scorre e scorrerà ancora indifferente.
Il luogo della città fu scoperto nel 1659 da colonizzatori arrivati dalla Francia che gli diedero il nome di Saint-Louis-du-Fort. Diventò ben presto un centro per la tratta degli schiavi. Divenne capitale del Senegal nel 1840 e nel 1895 venne elevata a capitale dell'intera Africa Occidentale Francese. Il declino di Saint-Louis cominciò quando perse lo status di capitale prima dell'Africa Orientale Francese (1902) e poi del Senegal stesso. Gli investimenti e l'interesse coloniale diminuirono drasticamente, creando una situazione di degrado perdurata anche dopo l'indipendenza del Senegal. La caratteristica architettura coloniale con il suo impianto regolare, la posizione della città su un'isola alla foce del Senegal e il sistema di banchine, nonché il particolare contesto naturale ha dato a Saint-Louis un'apparenza singolare che ha convinto il World Heritage Commitee ad erigerla a Patrimonio dell'Umanità nel 2000. Tuttavia, la mano dell'uomo, in nome del "progresso" e della "civilizzazione", non ha risparmiato questa splendida terra: basta vedere la quantità di plastica ed immondizia presenti presso la foce del fiume.
A me piace chiamarla “la città dei pescatori artisti”, poiché la principale fonte economica sta proprio nella pesca, che viene praticata grazie a delle splendide piroghe costruite e dipinte a mano. Guardando le strade colorate di Saint Louis, il sorriso e la tranquillità delle persone che la compongono, sembra che l’orrore della schiavitù e delle famiglie spezzate dall'ipocrisia non ci sia mai stato. Ma è negli occhi dei suoi abitanti che si può scorgere la forza e la tristezza di un passato non vissuto direttamente, ma che si ripercuote in quelle strade e in quel fiume che scorreva, scorre e scorrerà ancora indifferente.