Fermarsi sotto la chioma di un albero alimenta in noi un gran senso di silenziosa riverenza, meraviglia e umiltà. Qui non ci sentiamo i padroni del mondo, ma parte del mondo stesso. Un mondo scandito dal tempo della luce, della notte e della nostra interiorità. Con le loro forme, gli alberi alimentano la nostra fantasia: i tronchi e le radici si trasformano in elefanti, facce, occhi, arti che si intrecciano, caotici ed equilibrati paesi verticali, mani dalle lunghe dita. In ogni angolo di oscurità troviamo lo specchio di una parte di noi stessi che abbiamo dimenticato: quella parte più in armonia con la natura.
Dietro la presenza di un albero si celano le nostre radici più profonde. Radici di consapevolezza che hanno bisogno di essere risvegliate, non solo per riconoscerci, ma anche per riportarci ad amare il territorio in cui abbiamo ancora la fortuna di vivere e respirare. Gli alberi hanno visto sorgere e tramontare così tanti soli, andare e venire così tante stagioni e svanire nel silenzio così tante generazioni. Gli alberi sono maestri e testimoni della storia, la quale viene sussurrata dalla loro forma e dalle foglie mosse dal vento. Per comprenderla dobbiamo imparare ad ascoltarli e imparare ad ascoltarli può permetterci di accedere alle radici della nostra anima. In un mondo in cui si va sempre di corsa e in cui vogliamo ottenere tutto e subito, senza errori, incapaci di vivere il qui ed ora, gli alberi predicano saggezza e pazienza. Ci insegnano che per diventare grandi e per poterli abbracciare c’è bisogno di un delicato germoglio che va osservato, vissuto, rispettato e atteso. Gli alberi sono il simbolo della speranza, la speranza di poter tramandare alle generazioni future la luce della vita.
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Settembre 2023
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