“Sopra e d’intorno, uccelli d’ogni specie, abituati al fiume e alle sue rive, allietano col canto l’atmosfera e intrecciano voli dentro il bosco”, così Virgilio descrive la foce del Tevere nell’Eneide.
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Questi giorni i ricordi mi riproiettano nei miei luoghi del cuore, quei luoghi che hanno segnato profondamente il mio cammino.
Ovunque mi giro vedo che la maggior parte di noi tende a sottolineare maggiormente gli aspetti negativi delle cose, spesso senza conoscerle.
Molti mi chiedono come sono nati i miei progetti fotografici. La risposta non è univoca e penso che sia molto personale.
Lui è il bellissimo Martino, comunemente chiamato Martin pescatore o Alcione, un volatile elusivo che sicuramente non passa inosservato.
Dall’Umbria il Tevere si appresta a entrare nel Lazio, attraversando luoghi che portarono a galla dolci ricordi facenti parte del mosaico del mio destino.
In questa breve intervista il maestro Gianni Berengo Gardin per la prima volta parlerà di un suo libro ai più sconosciuto, come del resto è ancora sconosciuto (nonostante sia da tutti nominato) il soggetto principale… il Tevere.
Chi fotografa in natura o ama stare all’aperto sa che dopo un temporale la sorpresa è spesso dietro l’angolo.
Un paio di anni fa mi trovavo nella parte alta del fiume Tevere. Dopo aver fotografato i meravigliosi calanchi in mezzo ai quali scorre il fiume, risalendo il sentiero ho avuto la fortuna di assistere ad una scena più unica che rara: un bambino (avrà avuto si e no 11 anni) che conduceva un piccolo gregge insieme ad un grande Pastore Maremmano Abruzzese… mi sembrava di essere nel set del film “Belle e Sebastien”.
Oggi torniamo sul fiume Tevere in uno dei luoghi più affascinanti e particolari dell’intera asta fluviale, ovvero il lago di Alviano.
Imbattersi nel proprio archivio fotografico è un po' come rispolverare i diari di scuola, alcune cose non ce le ricordiamo bene, altre invece ci riportano immediatamente nell’esatto momento in cui abbiamo scritto quel determinato pensiero.
Oggi vorrei presentarvi uno dei protagonisti del mio progetto sul Tevere… Spillo, il mio grande compagno di avventure, fratello, amico, padre e figlio allo stesso tempo.
Questo è uno dei tratti che appartengono al “cuore selvaggio” del fiume Tevere. Devo ammetterlo, non avrei mai pensato di trovare un tratto con una vegetazione ripariale così ricca e strutturata.
Che ci piaccia o no, nessuno può ridarci il tempo, ma esistono “invenzioni” meravigliose che si chiamano ricordi.
Tra le molte scene e momenti intensi vissuti sul fiume Tevere vale la pena menzionarvi la paura scatenata dal Falco di Palude nei confronti delle sue prede.
Questa foto è stata scattata poco dopo un meraviglioso e indimenticabile incontro con un orso bruno marsicano.
Prima di immergermi nel Tevere, mi sentivo come se stessi violando un luogo sacro, come se non avessi il diritto o il permesso di potermi unire a lui, forse per via della nostra mancanza di rispetto nei suoi confronti, non so.
Anche in Toscana il Tevere scorre limpido e deciso e il suo sguardo è fatto di magici riflessi e giochi di colore, soprattutto nel periodo autunnale.
Mi guardo intorno e spesso percepisco a malincuore ragazze e ragazzi rantolare nel vortice oscuro della noia.
Continua il nostro viaggio nei pressi del tratto alto del fiume Tevere: uno dei fiumi più nominati e percepiti negativamente, ma che, proprio in virtù di ciò, è anche tra i meno conosciuti.
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