Lui è il bellissimo Martino, comunemente chiamato Martin pescatore o Alcione, un volatile elusivo che sicuramente non passa inosservato. Cosa ci fa fermo su questo rametto? Da bravo pescatore, aspetta il passaggio di una possibile preda (costituita da piccoli pesci e invertebrati acquatici), e una volta avvistata si tuffa a capofitto per poi riemergere e riposizionarsi sul posatoio.
Esistono diverse storie legate al nome di questo meraviglioso uccello. Oggi vi racconto la mia preferita. Il nome scientifico, Alcedo atthis, deriva da una emozionante leggenda greca in cui si narra di una donna di nome Alcione, figlia di Eolo, il dio dei venti, e del suo amato Ceice che partito per un viaggio in mare affogò durante un naufragio. Ogni mattina Alcione si recava sulla spiaggia con la speranza di vederlo tornare all’orizzonte, fin quando un giorno le onde riportarono a riva il corpo senza vita del suo amato. Così, disperata, si tuffò in mare e annegò anche lei. Gli Dei non restarono a guardare e commossi dal gesto della donna trasformarono il suo corpo e quello del marito in due splendidi uccelli pescatori. Trovo estremamente meraviglioso il fatto che il nome di molte specie sia accostato ad una storia vera o a una leggenda. Questo mi trasmette una sensazione molto piacevole, direi di avvicinamento e coesione tra noi e la natura che ci circonda. Dopo aver letto questa storia, ogni volta che sul fiume Tevere osservo questi uccelli ripenso al grande amore di Alcione e Ceice, riflesso di un remoto passato in cui l’osservazione e il senso di scoperta per la natura arricchivano la cultura umanistica dei giganti sulle quali spalle siamo ora seduti. La nostra incredibile ricchezza culturale e artistica la dobbiamo alla natura. Tutto è collegato, mai dimenticarlo.
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Settembre 2023
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