Spesso si tende a pensare che per riconnettersi alla natura bisogna necessariamente viaggiare lontano o andare in posti esotici. Ma la realtà è che questa riconnessione parte da noi; e un piccolo stagno può insegnarci a riconnetterci alla vita molto di più di quanto si è portati a pensare. Quando ci avviciniamo alle sue rive, il suono dei nostri passi fa discostare gli insetti e fa scappare anfibi e uccellini. È come se gli animali udissero un essere estraneo, un essere da tempo disconnesso che incute paura. Ma possiamo rimediare. Sediamoci vicino la riva senza il timore di sporcarci, respiriamo profondamente, apriamo gli occhi, ascoltiamo il fruscio della vegetazione. L’acqua è immobile e sembra che nello stagno non ci sia vita, ma tranquilli, non c’è fretta. Continuiamo ad osservarlo con la curiosità di un bambino, la passione di una persona innamorata e la pazienza di un anziano saggio. Tutto a un tratto la vita comincia a manifestarsi: le rane continuano a canticchiare, quell’ululone che era vicino a noi riemerge con tranquillità (era sempre stato lì, ma non ci avevamo fatto caso), le libellule svolazzano sopra la nostra testa e gli uccellini si riavvicinano.
Le paure dello stagno sono magicamente sparite ed ora siamo un tutt’uno con quella immensa vita dalla quale siamo circondati. Che prezioso dono e insegnamento!
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Ottobre 2023
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