La morte. Forse non proprio la giusta maniera per iniziare un post. E invece voglio incominciare così… da una parola dietro la quale è celato uno dei più grandi misteri (almeno per noi). Un argomento che tendiamo sempre ad evitare. Eppure, quando ci troviamo di fronte ad una scena come quella di un faggio secolare in decomposizione, inconsciamente ci fermiamo a contemplarla, stupendoci del fatto che da essa nasce sempre nuova vita.
La questione che realmente spaventa è il giudizio che abbiamo su di essa. Crediamo che la morte tolga senza mai dare. In passato forse anch’io la pensavo così, ma col tempo e soprattutto cercando di seguire (per quanto possibile) il mio impeto interiore, mi sono ricreduto e ad oggi sono estremamente grato che esseri viventi a me cari abbiano lasciato un segno indelebile dentro di me. Ma quand'è che la morte toglie e basta? Sento che in alcune circostanze questo potrebbe accadere: ad esempio penso alle estinzioni causate per mano nostra, ai genocidi, ai lager degli allevamenti intensivi e così via. Eppure, anche in situazioni di questo tipo, la morte ci da l’opportunità di pensare alla nostra esistenza e di poter lasciare il mondo con una nuova consapevolezza, sapendo che un qualcosa di idealmente indefinibile potrebbe durare per sempre. E cosi’, intorno questo maestoso faggio, la vita prosegue meravigliosa… e noi non possiamo far altro che gioire, piangere e prender parte di essa.
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Settembre 2023
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