Esistono luoghi del Tevere che inconsapevolmente hanno fatto parte del mosaico del mio destino. Quando studiavo all’università mi ero appassionato sin da subito a diverse materie, ad esempio zoologia, etologia, biologia della conservazione, botanica e così via. Insieme a Michael, mio grande amico, c’eravamo resi conto che per comprendere al meglio certi argomenti non era sufficiente leggere sui libri, ma dovevamo fare uno studio più attivo. Per cui, armati di binocolo e guide di campo, vestimmo i panni di due giovani esploratori assetati di avventura e scoperta. Eravamo due veri e propri dilettanti allo sbaraglio, ma questa scelta risultò fondamentale per ampliare le nostre conoscenze e renderci conto della straordinaria bellezza dei luoghi dietro casa. Tra questi c’è senz’altro la Riserva Naturale Regionale Nazzano Tevere-Farfa, in cui il Tevere si trova a poche decine di chilometri dalle porte di Roma.
Condividere queste esperienze contribuì a rafforzare il legame col territorio e la nostra straordinaria amicizia, nonché a comprendere meglio che il segreto della felicità non sta nel volere molto, ma nel gioire di poco, e che la semplicità è uno dei doni più importanti che la vita può offrirci. Dopo oltre dieci anni, quando sono tornato a Nazzano per lavorare al mio libro Tiberis. L’altra faccia del Tevere (Pandion edizioni), quelle emozioni rimasero imperturbate lungo le sponde del fiume e riabbracciarono con forza il mio cuore. Un luogo che ha contribuito a indirizzare il mio destino, senza che io lo potessi sapere o immaginare. È incredibile e meraviglioso che un’esperienza fatta anni prima, e apparentemente dimenticata, possa ripiombare in un attimo nelle nostre vite quando meno ce l’aspettiamo, andando ad incidere così forte sul nostro presente… proprio come un fiume in piena. Questo e molto altro il #Tevere può insegnarci.
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Settembre 2023
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