Ricordo ancora ogni singolo istante riguardo la storia di questa foto, la quale appartiene ad una lunga sequenza presente nel mio libro Custodi erranti. Uomini e lupi a confronto. Sdraiato tra le rocce stavo assistendo ad un qualcosa di unico e dentro di me nulla poteva essere controllato. Quest'immagine non solo dimostra l'estrema efficacia del Pastore Abruzzese nel difendere il gregge (requisito fondamentale per la coesistenza tra zootecnia e predatori), ma ci dice molto altro ancora. Di tutti i messaggi che può comunicare, ce n'è uno in particolare che trovo estremamente affascinante e che a pensarci mi procura ogni volta un brivido sulla schiena. Questo scatto descrive una storia di migliaia e migliaia di anni: la storia dell'uomo, che da cacciatore e raccoglitore divenne anche allevatore e per convivere con il predatore (ed è questa la cosa più affascinante) lo ha selezionato meticolosamente, creando nel corso dei millenni un parente vicinissimo e doverosamente lontano dal lupo... il cane da guardiania.
Due entità che si conoscono, si riflettono, si oppongono come la loro stessa livrea e dove in molti casi l'una dipende dall'altra. Questa storia mi ha sollevato molti dubbi sull'evoluzione della nostra specie. Se l'uomo è riuscito a creare un essere quasi mitologico come il cane pastore, chi era l'uomo? Era un uomo con una visione estremamente antropocentrica o era consapevole di essere parte integrante di un sistema complesso e molto fragile? Di una cosa sono certo: lupi e uomini spesso hanno camminato insieme, facendoci un dono veramente prezioso... La consapevolezza di essere parte del Tutto e non essere il Tutto.
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Ottobre 2023
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