Mi guardo intorno e spesso percepisco a malincuore ragazze e ragazzi rantolare nel vortice oscuro della noia. Ad oggi il tema dell’adolescenza è senz’altro molto trattato, ma mi chiedo: qual è la nostra comunicazione con gli adolescenti al di fuori delle nostre critiche e imposizioni?
Credo che se vogliamo veramente comunicare con i giovani, bisognerebbe prima di tutto essere partecipi della loro vita ed entrare pian piano a farne parte. Sono dell’idea che le parole all’atto pratico contano poco e che gli adolescenti vorrebbero relazionarsi con persone che non debbano illustrargli o teorizzargli la vita, ma qualcuno che rompa questi schemi: in altri termini, persone consapevoli del loro posto nel mondo, dimostrandolo attraverso i fatti e i propri sogni; persone che non hanno paura di essere se stesse con tutte le loro fragilità, difetti, fallimenti e le moltissime altre sfumature facenti parte della natura umana. Insomma, persone vere di cui si possano fidare nel meraviglioso viaggio della vita. Dal punto di vista materiale gli abbiamo dato tutto, a parte gli stimoli o ragioni per vivere. In una società in cui abbiamo scambiato la felicità e i sogni con un benessere fatto di consumi estremi e di esperienze usa e getta, cosa possono pensare gli adolescenti guardandoci? Potremmo mai diventare punti di riferimento in questo modo? Il risultato potrebbe essere un insieme di generazioni perdute in un fiume di illusioni che conduce inevitabilmente al nulla. Se ne avessi la possibilità vorrei fargli capire che lo scopo della vita non è quello di essere perfetti, famosi o invincibili, ma quello di avere semplicemente il coraggio di "essere"… di saper lottare, sbagliare, cadere, piangere, fermarsi e saper cogliere l’opportunità che c’è dietro i momenti bui della nostra vita. E anche qui l’osservazione della natura ci viene in aiuto: un seme prima di nascere potrebbe aver bisogno della rigidità dell’inverno, delle piogge, del caldo o della siccità. Come disse Giacomo Leopardi “È cosa indubitata che i giovani soffrono più che i vecchi e sentono molto di più di questi il peso della vita in questa impossibilità di adoperare sufficientemente la loro forza vitale”. Contempliamo il torrente, permettiamogli di scontrarsi con la roccia e vincerla per mezzo della perseveranza. In questo modo egli diventerà un fiume, raggiungerà il mare per poi tornare sotto forma di piccole gocce d’acqua che riabbracceranno la terra.
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Settembre 2023
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