Prima di immergermi nel Tevere, mi sentivo come se stessi violando un luogo sacro, come se non avessi il diritto o il permesso di potermi unire a lui, forse per via della nostra mancanza di rispetto nei suoi confronti, non so. Tra gli incontri più interessanti cito quello con una timida e ipnotica Natrice dal collare, che ho voluto chiamare Cucù. Un nome che calza a pennello, poiché ogni volta che riemergevo lei era lì che mi guardava per pochi secondi con la sua testolina fuori dall’acqua, poi si rimmergeva e dopo un pò riemergeva sempre nello stesso punto. Mi sentivo un vero e proprio intruso, per cui gli scattai una foto e mi spostai da un’altra parte.
La presenza della natrice ci dice molto riguardo gli altri abitanti di questo luogo, poiché la sua dieta è costituita soprattutto da anfibi (rospi, rane ecc.), pesci e micromammiferi. Se potessi accostare il Tevere ad una figura umana, lo assocerei a Giacomo Leopardi, un uomo che spesso, per il suo aspetto e per il suo particolare carattere, veniva emarginato e mal valutato, ma dietro quella apparente negatività si nascondeva un coloratissimo amore per la vita. Chissà se un giorno le sue parole saranno ascoltate.
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Settembre 2023
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