Quando cammino in una foresta o in un bosco plurisecolare resto stupito dalla complessità e dal mistero che l’avvolge. Guardando la grande quantità di materia organica morta, lettiera, tronchi senescenti, tane, funghi, muschi, licheni, invertebrati, mi rendo conto di come un ambiente stabile possa insegnarci che è proprio dal disordine e dal caos che la vita trova il suo ordine, rinnovandosi e adattandosi in continuazione. Facciamoci caso, che ci piaccia o no, ogni elemento che ci circonda tende al caos, per poi essere riordinato secondo la nostra logica, che generalmente tende al controllo. Spesso il caos viene visto negativamente confondendolo con l’instabilità, ma essere instabile è molto differente dall’avere il caos dentro di sé. Dal caos può nascere la parte più vera, autentica e vitale di noi stessi. Proprio come quella proveniente dalla grande quantità di materia organica morta, da quell’intreccio di rami, foglie, tronchi, funghi, batteri, invertebrati e le altre innumerevoli forme di vita e morte che sono alla base dell’esistenza stessa di una foresta. Un bosco privato di questi elementi è un ambiente ingabbiato e destinato a depauperarsi col tempo, così come quelle società umane che poco tollerano la diversità e non danno modo alle persone di esprimere il proprio potenziale. Una volta imparato a convivere con il caos ci ritroviamo improvvisamente più centrati, stabili, consapevoli, appagati e stranamente più “ordinati”. Come sempre la natura può insegnarci molto e allo stesso tempo lasciare quel meraviglioso alone di mistero irrisolto che muove i nostri passi verso la fantasia e la ricerca della verità. È nel caos ordinato di questi e altri meravigliosi luoghi che possiamo imparare ad accettare ogni singolo aspetto che rende ognuno di noi unico al mondo e, insieme, un unico grande cuore pulsante.
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Settembre 2023
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